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#15 - Spagna al buio ma l’UE pensa alla burocrazia

2 mag 2025

Edoardo Arbizzi

🌎 Sguardo Globale

💡Blackout in Spagna: la filiera industriale alla prova dell'oscurità

Il blackout che il 28 aprile ha colpito Spagna e Portogallo ha paralizzato infrastrutture critiche, trasporti e industria, rivelando fragilità profonde nella gestione delle catene di approvvigionamento. Madrid, Barcellona, Lisbona e Porto sono rimaste senza elettricità per ore. Il traffico si è bloccato, i treni si sono fermati, la produzione industriale si è interrotta bruscamente.

Secondo Red Eléctrica de España (REE), il blackout, definito "el cero", è stato causato da una forte fluttuazione di tensione che ha messo fuori servizio buona parte della rete spagnola, trascinando anche il Portogallo, fortemente dipendente dalle importazioni energetiche. Anche il sud della Francia ha subito disagi, confermando l’alto grado di interconnessione – e vulnerabilità – delle infrastrutture energetiche europee.

L'evento si è verificato in un momento in cui la rete spagnola era alimentata per oltre il 70% da fonti rinnovabili, principalmente solare ed eolico. Se da un lato la distribuzione geografica delle fonti rinnovabili riduce il rischio di eventi localizzati, dall'altro espone il sistema a squilibri improvvisi se non supportato da sistemi di accumulo e da fonti stabili sufficienti.

Come ha osservato Andrew Gordon, Managing Director UK&I di Eaton, "non si tratta solo di prevenire l’interruzione, ma di come un’azienda può ripristinare in sicurezza le operazioni quando la crisi colpisce".

Il blackout iberico mette in evidenza tre esigenze cruciali per il procurement e la gestione della supply chain: investire nella continuità energetica, diversificare i fornitori e i canali logistici, e ripensare le scorte in ottica di resilienza.

Non si tratta di accumulare inefficienze, ma di costruire sistemi capaci di assorbire gli shock senza interrompere l'operatività.

🔗 Fonte: Supply Chain Digital

📉 Febbraio difficile per l’industria italiana: scendono ricavi e fiducia

A febbraio 2025 il fatturato dell’industria italiana torna a calare dopo il recupero di gennaio. Secondo l’Istat, rispetto al mese precedente si registra una flessione dello 0,4% in valore e dell’1,3% in volume, penalizzata soprattutto dal mercato interno (-1,3% in valore, -2,2% in volume), mentre l’export regge (+1,2% in valore, +0,3% in volume). Anche i servizi rallentano: -1,3% sia in valore che in volume.

A pesare sul settore industriale è l’automotive (-26% su base annua), seguito dalla pelletteria (-7%). In controtendenza altri mezzi di trasporto (+30%) e farmaceutica (+12%). Crescono solo i beni strumentali (+2,5%) e l’energia (+0,2%), mentre calano i beni intermedi (-1,1%) e i beni di consumo (-2,7%).

Nel trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 l’industria cresce dello 0,8% in valore e dello 0,5% in volume, mentre i servizi salgono dello 0,4%. Su base annua, però, il bilancio resta negativo: -1,5% in valore e -2,1% in volume per l’industria, anche per effetto di un giorno lavorativo in meno, e -1,2% in valore e -2,7% in volume per i servizi.

A peggiorare il quadro è il calo degli indici di fiducia di aprile, sia tra le famiglie sia tra le imprese. L’industria italiana si trova così a fronteggiare un 2025 pieno di incognite, tra domanda interna debole, volatilità internazionale e prospettive di crescita ancora incerte.

🔗 Fonte: Il Sole 24 Ore

🖼️ Meme del giorno

⚖️ Focus Compliance

La Commissione Europea semplifica la conformità all’EUDR

La Commissione Europea ha introdotto nuove semplificazioni operative per facilitare l'applicazione del Regolamento UE sulla Deforestazione (EUDR), mantenendo intatti gli obiettivi ambientali.

In vigore da giugno 2023, l’EUDR vieta l’immissione nel mercato europeo di prodotti legati alla deforestazione, imponendo una rigorosa due diligence su materie prime come olio di palma, carne bovina, legname, caffè, cacao, gomma e soia, oltre ai prodotti derivati.

Le aziende devono tracciare i prodotti fino al singolo appezzamento di terreno, assicurando l'assenza di deforestazione dopo il 31 dicembre 2020. L'obbligo scatterà a fine 2024 per grandi imprese e a metà 2025 per le PMI.

Dopo il confronto con stakeholder e partner internazionali, la Commissione ha introdotto semplificazioni e chiarimenti per ridurre il carico amministrativo, tra cui:

  • Dichiarazioni annuali invece che per singola spedizione o lotto.

  • Riutilizzo delle dichiarazioni di due diligence per le reimportazioni.

  • Presentazione tramite rappresentanti autorizzati per gruppi aziendali.

  • Obblighi semplificati per operatori downstream, che dovranno raccogliere e usare solo i numeri di riferimento delle dichiarazioni dei fornitori.

Link del documento guida aggiornato: EUDR Guide

🔗 Fonti: ESG News European Commission

Il Parlamento Europeo approva lo “Stop the clock”

Il 3 aprile 2025, il Parlamento Europeo ha votato con ampia maggioranza per rinviare l'applicazione delle direttive CSRD e CSDDD, con l’obiettivo di garantire una transizione più graduale e sostenibile per le imprese.

Questo rinvio, ribattezzato “Stop the Clock”, nasce all’interno del pacchetto “Omnibus”, presentato dalla Commissione Europea il 26 febbraio 2025, pensato per semplificare le normative UE e alleggerire il carico burocratico, in particolare per le piccole e medie imprese.

Cosa cambia?

CSDDD

  • Paesi UE avranno tempo fino al 2027 (non 2026) per trasporre le norme nella loro legislazione nazionale.

  • Le grandi imprese (oltre 5000 dipendenti e €1,5 miliardi di fatturato) dovranno applicare la direttiva dal 2028 (non dal 2027). La stessa data varrà anche per la seconda fascia di aziende (oltre 3000 dipendenti e €900 milioni di fatturato).

CSRD

  • Le grandi imprese (oltre 250 dipendenti e €40 milioni di fatturato) che dovevano iniziare a rendicontare nel 2026 (seconda ondata della CSRD) lo faranno a partire dal 2028.

  • Le PMI quotate, inizialmente previste per il 2027, dovranno applicare la direttiva nel 2029, con report riferito al 2028.

Ovviamente, le aziende già soggette alla CSRD dal 2024 non sono interessate al rinvio e dovranno presentare la rendicontazione nei tempi previsti.

🔗 Fonti: NHABI

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