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#21 – Middle East in Flames, Amazon Breaks Records, and Matcha in Crisis
24 lug 2025
Edoardo Arbizzi
🌎 Sguardo Globale
✈️ Medio Oriente in fiamme: Maersk e Qatar Airways sospendono i servizi
Il conflitto in Medio Oriente sta paralizzando le supply chain globali su più fronti. Maersk ha confermato la sospensione delle operazioni al Porto di Haifa in Israele, mentre Hapag-Lloyd ha ridotto i servizi citando preoccupazioni per la sicurezza dell'equipaggio e l'affidabilità.
L'aeroporto di Doha chiuso per 8 ore: Qatar Airways ha temporaneamente sospeso i voli dopo che lo spazio aereo del Qatar è stato chiuso a seguito di un tentativo di attacco missilistico iraniano a una base militare americana. L'aeroporto internazionale Hamad di Doha, il secondo più trafficato del Golfo dopo Dubai, è stato chiuso per otto ore, causando decine di migliaia di passeggeri bloccati e il massiccio reindirizzamento dei voli in tutta la regione.
La situazione espone la vulnerabilità delle supply chain globali all'instabilità geopolitica. Il Medio Oriente rimane un punto di transito cruciale sia per il traffico passeggeri che per il freight, con il Golfo che funge da hub per le rotte commerciali chiave est-ovest.
Le aziende dipendenti da flussi di merci veloci e prevedibili - dai produttori di energia e automotive alle aziende retail e beni di consumo - stanno monitorando attentamente la situazione. Interruzioni prolungate potrebbero significare costi aumentati, sfide di reindirizzamento e ritardi estesi, in particolare per le spedizioni time-sensitive.
🔗 Fonte: Supply Chain Digital
🍵 Il Giappone non riesce a produrre abbastanza matcha: quando il clima manda in tilt una supply chain millenaria
Il matcha, la polvere di tè verde simbolo del Giappone, sta vivendo una crisi di approvvigionamento senza precedenti. I numeri sono impressionanti: a un'asta di Kyoto a maggio, il tencha (le foglie essiccate da cui si ricava il matcha) è stato venduto a 8.235 yen per kg (55,45 dollari), un aumento del 170% rispetto all'anno precedente e ben oltre il record precedente di 4.862 yen del 2016.
Le cause sono multiple ma convergenti: la domanda globale di matcha è esplosa grazie ai social media (TikTok in particolare) e alla ricerca di alternative salutari al caffè. Allo stesso tempo, il Giappone ha registrato le temperature record dell'estate 2024, con la regione di Kyoto - che produce circa il 25% del tencha nazionale - colpita da ondate di calore severe che hanno danneggiato i raccolti di aprile-maggio 2025.
Masahiro Yoshida, coltivatore di sesta generazione, ha potuto raccogliere solo 1,5 tonnellate di tencha quest'anno, in calo del 25% rispetto al suo raccolto tipico di due tonnellate. "L'estate dell'anno scorso è stata così calda che ha danneggiato i cespugli, quindi non siamo riusciti a raccogliere tante foglie di tè," ha spiegato.
Il paradosso della supply chain del matcha: nonostante la produzione nazionale di tencha sia aumentata di 2,7 volte in dieci anni (5.336 tonnellate nel 2024), la domanda globale è cresciuta di 10 volte solo nell'ultimo anno secondo alcuni importatori. I nuovi campi piantati per rispondere alla domanda hanno bisogno di cinque anni prima di poter essere raccolti, rendendo impossibile una soluzione a breve termine.
La lezione per il procurement? Anche le supply chain più tradizionali e consolidate possono essere stravolte dalla combinazione di cambiamento climatico, domanda sociale e viralità digitale.
🔗 Fonti: Supply Chain Digital, Star Adverstiser
🖼️ Meme del giorno

📦 Curiosità
🚀 Amazon e il Prime Day 2025: lezioni di risk management su scala planetaria
Il Prime Day 2025 di Amazon (8-11 luglio) si è esteso a quattro giorni e ha battuto tutti i record precedenti, ma dietro il successo c'è una macchina di risk management che ogni procurement manager dovrebbe studiare. Con oltre 300 milioni di articoli venduti rispetto agli 1,6 milioni di pacchi spediti in un giorno normale, Amazon ha dovuto gestire un aumento di volume di 10x.
La preparazione inizia mesi prima: Amazon conduce riunioni di pianificazione e sessioni di formazione con tutto il personale mesi prima dell'evento. I team devono garantire che i centri di evasione e le stazioni di consegna siano adeguatamente dotati di personale e che ci siano abbastanza driver disponibili per distribuire i pacchi rapidamente. Il nuovo personale viene assunto diversi mesi prima dell'evento per essere formato correttamente.
Il "playbook" come strategia anti-fragile: Amazon prepara un manuale operativo che "descrive ogni singola parte della nostra operazione dall'inizio alla fine". L'azienda conduce corsi di aggiornamento e formazione regolare del team per simulare e strategizzare soluzioni per potenziali scenari come guasti delle attrezzature o ritardi nei trasporti.
Quest'anno le sfide sono moltiplicate: i dazi reciproci del 10% introdotti a febbraio 2025 sui prodotti cinesi, combinati con le tariffe esistenti della Sezione 301, hanno portato il carico tariffario totale a oltre il 30% su molti prodotti. I venditori stanno correndo a importare merci durante la finestra di riduzione temporanea delle tariffe (terminata l'11 agosto) per evitare costi più alti.
La lezione per il procurement? Preparazione sistematica + formazione del team + simulazioni scenario = supply chain resiliente. Come dice Amazon: "Le riunioni regolari tra i manager delle stazioni di consegna prima di eventi significativi garantiscono che i problemi vengano affrontati in modo proattivo, promuovendo una cultura di trasparenza e pianificazione collaborativa."
🔗 Fonti: Supply Chain Digital, Procurement Mag, True Commerce
⚖️ Focus Compliance
🤫 USA: investimenti ESG al massimo, comunicazione al minimo. Il nuovo fenomeno del "greenhushing"
Mentre l'Europa si dibatte tra normative sempre più stringenti e richieste di semplificazione, gli Stati Uniti stanno sviluppando una strategia ESG paradossale: investire di più ma comunicare di meno. È quanto emerge dal report EcoVadis 2025 che ha intervistato 400 dirigenti di aziende americane con fatturato superiore al miliardo di dollari.
I numeri sono sorprendenti: l'87% delle imprese ha mantenuto o aumentato gli investimenti in sostenibilità nel 2025, nonostante il clima di incertezza normativa dell'amministrazione Trump. Ma la vera rivoluzione è nel modo di comunicare: il 31% dei dirigenti aumenta gli investimenti riducendo la comunicazione pubblica, mentre l'8% ha smesso completamente di parlare pubblicamente dei propri impegni ESG pur continuando a investire.
Il "greenhushing" diventa strategia: quasi la metà degli intervistati (48%) mantiene invariata la strategia di sostenibilità ma ne parla meno pubblicamente. La ragione? Il 65% dei dirigenti considera la sostenibilità della supply chain un vero vantaggio competitivo che contribuisce alla crescita grazie alla riduzione dei rischi, maggiore resilienza e risparmio sui costi.
Il procurement al centro della strategia silenziosa: il 57% delle aziende utilizza strumenti di mappatura dei rischi, il 49% piattaforme ESG per il coinvolgimento dei fornitori, e l'89% prevede ulteriori investimenti tecnologici nei prossimi 12 mesi. La compliance viene vista come opportunità, non come costo.
La lezione per i procurement manager europei? Mentre l'UE spinge sulla trasparenza normativa, gli USA dimostrano che si può fare sostenibilità efficace anche senza proclami pubblici, puntando tutto su execution e risultati concreti nella supply chain.
🔗 Fonte: Il sole 24 ore
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